Le olimpiadi di Tokyo si avvicinano: come si sono preparati i nostri atleti?
I Giochi della XXXII Olimpiade, che sono stati posticipati di un anno per la pandemia da Covid-19, sono ormai alle porte: potremo infatti assistervi dal 23 luglio all’8 agosto, sempre dallo Stadio nazionale del Giappone di Tokyo.
Ma qual è la situazione fisica e psicologica degli atleti che vi parteciperanno e come hanno fatto a mantenersi in forma durante questo periodo?
Marco Cerroni, Osteopata e coordinatore di Fisiogroup Roma, ha chiesto al Dott. Alessandro Pagliaccia, Medico dello Sport del Team Olimpico della F.I.S. da 20 anni, alcune curiosità sulla situazione delle Olimpiadi di Tokyo e sulla preparazione atletica dei nostri sportivi in questo momento di incertezza.
L’intera intervista è visionabile qui; noi vi raccontiamo i punti salienti.
L’anno appena trascorso – spiega il Dott. Pagliaccia – è stato difficilissimo e inaspettato, e nel merito sportivo tutti i piani sono stati stravolti. Anche se gli atleti si erano preparati per gareggiare nel 2020, le olimpiadi di Tokyo sono state posticipate e, di conseguenza, tutta la parte di preparazione atletica si è dovuta riorganizzare.
Alcuni atleti, infatti, non parteciperanno: nello specifico della Federazione Italiana Scherma, la campionessa Elisa di Francisca non gareggerà per motivi personali; lo stesso sarà per la tuffatrice Tania Cagnotto.
Per quanto riguarda la preparazione fisica – continua il nostro Medico dello Sport – si è dovuto ricalibrare gli allenamenti, cosa che è stata possibile solo grazie a una macchina ben oliata composta da protocolli consolidati e apparecchiature specifiche.
Particolare importanza ha avuto la fase di riatletizzazione come mantenimento dello stato dell’arte e prevenzione di infortuni; sono tante le apparecchiature, presenti anche in FisioGroup Roma, che lavorano sullo schema del movimento, del passo, della corsa e che consentono di prestare tutta l’attenzione possibile nella fase dinamica. Grazie a un circuito studiato che lavora sugli arti inferiori, sul tronco e sugli arti superiori, possiamo far lavorare tutti i gruppi muscolari, mentre con una particolare pedana possiamo lavorare sulla stabilità. Altre apparecchiature agiscono sui gruppi muscolari agonisti e antagonisti, sia nella fase statica sia nella fase dinamica.
Con apparecchiature e protocolli ben consolidati, dunque, si è riuscito a mantenere in forma gli atleti anche durante quest’anno di pausa.
Il punto di vista psicologico – continua il Dott. Pagliaccia – è certamente stato il più difficile da gestire.
A questo proposito, l’appello del Dott. Cerroni agli atleti professionisti nel tempo libero, con un sentito invito a riprendere le attività dopo tutte le restrizioni che abbiamo patito: dopo una prima piccola “messa a punto” è importantissimo ripartire e ricominciare a fare sport perché lo sport, inteso come una vera e propria terapia, è sempre la migliore medicina, e aiuta l’essere umano a lottare contro qualsiasi cosa possa provare ad annientarlo, Covid compreso.
Forza azzurri!